La Strategia della Cornacchia ai Tempi dei Social

Nel buio del bosco, dove il silenzio è interrotto solo dal battito di ali nere, vivevano creature dalle piume lucenti e dal cuore oscuro: le cornacchie. Ogni giorno, osservavano con occhi maliziosi e beffardi le altre, pronte a lanciarsi in acide critiche e sussurri velenosi. Non c’era posto per la bellezza o la serenità tra quelle ali nere: solo invidia, disprezzo e l’ombra di un sogno che mai si sarebbe realizzato.

Buona lettura.

Cornacchie che volano

Come accadeva dai tempi più antichi, la cornacchia voleva divenire un pappagallo, e aveva provato, incollandosi, letteralmente, delle piume colorate. Ma aveva adottato anche dei comportamenti specifici che, attraverso un ragionamento logico molto perverso, ne facevano aumentare il valore. 

Ai tempi dei social, anche le cornacchie avevano gli smartphone. Le cornacchie fingevano di voler divenire amiche dei pappagalli femmina, le scrivevano, e poi scomparivano o impiegavano ore, quando non giorni, a rispondere ai messaggi di risposta dei pappagalli femmina. Nella testa delle cornacchie, si era annidata l’idea che rispondere ai messaggi banali – che erano il risultato di un loro contatto – dopo lungo tempo, ne aumentasse il valore sociale e il potere sui pappagalli femmina. Questo, nonostante, le cornacchie passassero praticamente tutta la vita appiccicate al cellulare.

Quando le cornacchie non potevano fare amicizia con i pappagalli femmina, si comportavano in maniera aggressiva, o passivo aggressiva, non appena ne avessero occasione, in particolare sfruttando la loro illusione di potere nelle professioni a contatto con il pubblico.

Il problema sorge quando, sovente, le cornacchie si travestono da pappagalli. E ci sono contesti in cui allontanarsene è difficile o, il contesto, tossico, finge di non accorgersi del problema, alimentando il gracchiare delle cornacchie.

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