Un modo per distrarre l’attenzione della massa – istruita – dai veri problemi è quella di proporre finte soluzioni.
Nel contesto della pandemia, dove molte persone hanno perso il lavoro, senza avere un’adeguata alternativa, le grandi multinazionali si stanno concentrando sulla questione delle quote che riguarda il sesso, “quote rosa”, o la razza.
Vediamo dove è l’inganno. Indipendentemente da qualsiasi quota, mediamente, una persona “sana”o “equilibrata” si trova bene in un contesto dove il management promuova il talento, lo sviluppo di sé stessi e valori condivisi. Tutto ciò inevitabilmente apporterà benefici all’azienda in quanto, persone soddisfatte e apprezzate, daranno sempre più di quanto venga loro richiesto. Quando si comprende che il luogo in cui ci si trova non è il contesto adatto, la scelta migliore è trovare un lavoro più consono alle proprie capacità e qualità e soprattutto ai propri valori.
Purtroppo quando la situazione economica è quella della recessione globale, come da oltre dieci anni a questa parte, questo rimane il problema fondamentale, non le quote, di qualsiasi colore esse siano.
Essere competenti nel lavoro che si fa è un requisito che giova a tutta l’organizzazione e non saranno le quote a fare nulla a questo proposito.
Esistono anche altri tipi di lavoro che la persona che svolge non ha scelto, per, ad esempio percorsi di studio, ma alla quale è stata costretta, ad esempio, dalla necessità di lavorare. A questo proposito è utile raccontare un aneddotto che mi capitò diversi anni fa.
Era un sabato pomeriggio ed ero dall’estetista a rilassarmi per una manicure e fui travolta dal suo racconto di vita – che per lei era normale – ma a me sembrava molto vicino a un film horror. Fra lavoro, faccende domestiche e cura dei bambini, la persona, che con un salario ridotto non poteva permettersi nessun aiuto in casa, di fatto, non aveva alcun tempo per sé. Ridurre le ore di lavoro, col supporto dei nostri governi, non sarebbe un’altrnativa più saggia? Magari le persone, avendo tempo per vivere, lavorerebbero più serenamente creando un ambiente migliore.
Le quote non risolvono nessuno dei problemi per i quali una persona decide di cambiare lavoro e che sono spesso legati al management, che si riflette sulle gerarchie più basse.
Un mio amico, ingegnere informatico in una famosa multinazionale, mi ha recentemente raccontato che, per aderire a queste politiche obbligatorie, data la scarsità di ingegneri informatici donna, era stato costretto ad assumere una metereologa, che non aveva alcun nesso o preparazione per la professione che sarebbe andata a svolgere…Fate vobis
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