Quello di oggi è un appello alla trasparenza. Sono contraria alla digitalizzazione del contante per tutte le problematiche connesse alla libertà e al controllo sociale, ma dal mio arrivo ieri in Italia per una breve vacanza, mi sono posta alcune semplici domande. Si sta creando, da molto tempo, una forte divisione fra chi evade le tasse e i lavoratori dipendenti e i piccoli proprietari immobiliari che dichiarano ogni centesimo e sono oberati da tutta una serie di balzelli ingiusti. Questo non solo in Italia, ma anche all’estero. Il problema è che in Italia, l’aspetto più evidente, è spesso il livello talvolta molto basso dei servizi pubblici (attese da invecchiare per la sanità, treni regionali simili ai carri bestiame). La cosa più assurda è che pagare quasi metà del proprio stipendio, per produrre, alla fine della storia, ricchezza e benessere per la solita élite finanziaria e di famiglie aristocratiche non sconfinfera più nessuno. La maggior parte delle persone, purtroppo, crede che la realtà sociale ed economica, sia qualcosa di immutabile, piovuto dal cielo, e che non può essere cambiato in alcun modo.
Quelle persone che evadono le tasse come se non ci fosse un domani, e per le quali, vedendo come sono spesi i soldi pubblici e l’elevatissima tassazione, non mi sento di iniziare un’invettiva, si scandalizzano quando, oltre che contro di loro, non inveisco neanche contro Amazon.
Sebbene la politica Amazon verso i lavoratori dipendenti non mi piaccia affatto e non sono affatto una cliente abituale, bisogna ammettere che Amazon è efficiente anche in termini di puntualità e velocità dell’ordine – e le due cose non hanno nulla a che vedere col prezzo più basso -. E ancora una volta, si vuole scaricare su di noi che produciamo ricchezza, la responsabilità di salvare il mondo, quando io vorrei semplicemente comprendere con chiarezza dove vanno a finire i soldi delle mie tasse.
Perché non facciamo brainstorming per individuare una strategia che ci conduca ad avere la meticolosa lista delle spese di ogni Stato di quel mostro chiamato Unione Europea?
Sebbene io non sia la più grande sostenitrice del Lussemburgo (anzi), dove risiedo, ogni volta che torno a Roma mi chiedo, nonostante la grande bellezza storica, come facciano i cittadini a non indignarsi per il degrado e le problematiche mai risolte, che iniziano dalla stazione ferroviaria di Roma Fiumicino. Bisogna rimettere lo Stato al centro, con la sua capacità di stampare moneta, perché con una delle città più belle del mondo che ha bisogno di tanto lavoro, non dobbiamo di certo aspettare che qualche multinazionale estera venga qui a investire. Purtroppo, e mi auguro che le cose cambino, ci sono molti cittadini che non riescono a vedere le problematiche e descritte, ma, senza presa di consapevolezza, non si va proprio da nessuna parte. Senza la coscienza del problema, questo non verrà, purtroppo, mai risolto.
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